L'espressione "Belle Époque" ("l'epoca bella", "i bei tempi") nacque in Francia alla fine dell'Ottocento per indicare un’epoca di pace e prosperità, di sfrenato ottimismo, che iniziò nel 1870 e si concluse nel 1914. Ad alimentare l’ottimismo di quel periodo contribuirono diversi fattori: l’ultima guerra in Europa risaliva al 1870, la crisi economica era ormai un ricordo, le grandi fabbriche avevano cominciato ad assumere operai e a immettere sul mercato le loro merci prodotte in serie, dunque poco costose. Nuovi gruppi sociali, come la piccola borghesia e il proletariato urbano, incominciarono a concedersi lussi un tempo riservati ai nobili. Si trattò di un cambiamento epocale perché diventarono “consumatori” nel senso moderno del termine anche molti operai e alcuni agricoltori che in passato compravano beni destinati a bisogni primari (alimentazione, alloggio, abbigliamento). All’inizio del Novecento, invece, chi lavorava nelle fabbriche era ormai in grado di acquistare anche prodotti non strettamente necessari, spinto da bisogni prima sconosciuti, come le attività legate al tempo libero, allo svago e alla cultura. La chiamarono società di massa, proprio per l’estensione delle fasce di popolazione che potevano accedere ai nuovi consumi. La società di massa vide il diffondersi dell’istruzione elementare obbligatoria di massa, l’analfabetismo venne ridotto nei Paesi industrializzati (rimane elevato nelle aree con un’economia prevalentemente agricola). In Italia nel 1912 il 90% dei bambini lombardi e piemontesi tra i 6 e i 12 anni andava a scuola. Il popolo cominciò a leggere e nacquero le riviste illustrate. Nel 1899 in Italia uscì il primo numero della “Domenica del Corriere”, un settimanale ricco di disegni e fotografie che finalmente non si rivolgeva solo alla borghesia colta, ma alla popolazione intera. Inoltre all’inizio del Novecento ci fu un allargamento della democrazia. Infatti, grazie alle lotte dei sindacati e dei partiti socialisti, si arrivò al suffragio universale maschile (al posto di quello censitario). Le donne non votavano e, per questo, si diffuse il movimento suffragista. Con il nome dispregiativo “suffragetta” venivano indicate le attiviste politiche che rivendicavano il diritto di voto (suffragio) anche per le donne e non solo per gli uomini. Il primo Paese a concedere alle donne il diritto di voto fu la Nuova Zelanda, nel 1893, presto seguita dall’Australia. All’inizio della prima guerra mondiale, in Europa, solo Norvegia e Finlandia avevano riconosciuto alle donne il diritto di voto. Le donne italiane dovettero aspettare le elezioni del 1946.
L'istruzione elementare diventa obbligatoria
GRANDI MAGAZZINI E PUBBLICITÀ PER ALLETTARE I CONSUMATORI
Manifesto del grande magazzino "Rinascente"
Tutto doveva cambiare rapidamente per adeguarsi ai bisogni dei consumatori. Si moltiplicarono, nelle città, i grandi magazzini. Nati in Francia come negozi destinati a una clientela esigente e con grandi disponibilità economiche, in questo periodo cominciarono a diffondersi dei magazzini “a prezzo unico” (un’invenzione americana) in cui un pubblico con minori pretese poteva permettersi, al prezzo di cinque o dieci centesimi, merce un po’ più scadente ma alla portata di tutte le tasche. In questo periodo si sviluppò fortemente la pubblicità che divenne sempre più suadente e raffinata per fare sognare il pubblico. L’immagine sottostante rappresenta il manifesto pubblicitario de “La Rinascente” , i primi magazzini italiani sul modello di quelli francesi. La Rinascente nacque a Milano e poi si diffuse in altre città.
LE NUOVE INVENZIONI, LE NUOVE FORME DI INTRATTENIMENTO E LE ESPOSIZIONI UNIVERSALI
IL CINEMATOGRAFO
Manifesto del cinematografo, antenato del cinema
Molti furono gli oggetti inventati in questo periodo. I fratelli francesi Lumière inventarono il cinematografo. Il pubblico fu incantato da queste immagini in movimento, anche se le prime immagini mostravano scene di vita quotidiana e senza sonoro (che arrivò nel 1927), molto lontane dai film di oggi.
IL TELEFONO E IL TELEGRAFO
Il telefono
Per moltissimo tempo la paternità dell’invenzione fu attribuita ad Antonio Meucci e allo scozzese Alexander Bell, ma nel 2002 gli Stati Uniti riconobbero Meucci – immigrato in America e morto poverissimo – come vero inventore del telefono.
Guglielmo Marconi inventò il telegrafo (macchina per spedire messaggi in codice). Inoltre nacque la radio. Tutto ciò permise la comunicazione tra persone che si trovavano in luoghi distanti.
Il telegrafo
IL DIRIGIBILE
Venne fatto volare il primo dirigibile, detto Zeppelin che è un tipo di dirigibile rigido sviluppato in Germania ai primi del Novecento. Prese il nome dal suo ideatore, il conte Ferdinand von Zeppelin. Questi si interessò alla costruzione di un "pallone dirigibile" dopo la Guerra franco-prussiana del 1870-1871, dove assistette all'uso di palloni da parte dei francesi, durante l'assedio di Parigi. Inoltre, incontrò l'uso militare dei palloni nel 1863 durante la Guerra di secessione americana, alla quale partecipò come osservatore militare per l'Unione.
Primo dirigibile detto Zeppelin
LA COCA COLA
John Stith Pemberton
John Stith Pemberton, farmacista statunitense, fu l'inventore della formula della Coca-Cola, nata per curare il mal di testa. Oggi la formula è cambiata e non la si beve per curare le emicranie.
L'AUTOMOBILE E LA CATENA DI MONTAGGIO
Henry Ford inventò il metodo della catena di montaggio. Nelle fabbriche di Henry Ford ogni operaio faceva un solo lavoro. Con tale metodo gli operai producevano molte automobili in poco tempo.
ASCE LA LAMPADINA, GRAZIE AD EDISON E MALIGNANI
A Thomas Edison si deve l’invenzione della prima lampadina nel 1879. L’energia elettrica trasformò il volto delle città: le case e le strade cominciarono a essere illuminate con una rete elettrica - le candele, le lampade a olio e a gas, suggestive ma pericolose, poco efficaci e costose, cedettero il passo alla nuova sfolgorante tecnologia. Le prime città a dotarsi di questo tipo di illuminazione furono Londra e New York, nel 1882. Quasi tutti i centri abitati principali, in Europa, ma non solo, si dotarono anche di una rete di tram elettrici (prima si muovevano con i cavalli!)La città modello era Parigi, perché era una città moderna per le sue piazze e i suoi larghi viali. Nel 1888 a Udine venne inaugurata l'illuminazione pubblica elettrica. Fu la seconda città in Italia e la terza in Europa a vantarsi di tale realizzazione. Autore e realizzatore fu Arturo Malignani. Il Malignani era molto avanti negli studi sull'illumininazione elettrica: fu da lui che Edison acquistò il brevetto per creare il vuoto nelle lampadine, ottenuto con un sistema non più meccanico, ma chimico. A Parigi nel 1900 venne inaugurata la metropolitana e fecero la prima comparsa le scale mobili.
Fu inventata la macchina da scrivere; Louis Pasteur nel 1885 inventò il vaccino contro la rabbia, una delle malattie più antiche e temute al mondo, sempre mortale.
AEREO
Nel 1903 volarono i primi aerei grazie ai fratelli Wright
Nelle case comparvero i servizi igienici con docce e lavabi, gabinetti e acqua bollente.
LE ESPOSIZIONI UNIVERSALI
Torre Eiffel: le fasi di costruzione
Per celebrare questo straordinario sviluppo vennero allestite in tutto il mondo le esposizioni universali (erano mostre in cui un Paese faceva vedere al mondo i monumenti e le opere che aveva costruito): A Torino nel 1870, a Mosca nel 1872, a Parigi nel 1889. Il pubblico accorreva alle esposizioni per scoprire le meraviglie del progresso tecnico e scientifico. In occasione dell’esposizione di Parigi venne innalzata la Tour Eiffel, divenuta simbolo della città. A progettarla fu l’architetto Gustave Eiffel che diede forma a un’imponente costruzione alta 300 metri composta di 15000 pezzi d’acciaio, per un peso di 8000 tonnellate.
GLI SPETTACOLI
Moulin Rouge
Fu in questo periodo che si affermò uno stile di vita borghese vivace e spensierato, nel quale si svilupparono forme di spettacolo e divertimento come il circo, l’operetta, il cabaret, il can-can e il cinema. I borghesi si incontravano nei “café” e parlavano di arte, di scienza, di filosofia e politica. Tra i vari café ricordiamo il Moulin Rouge, tuttora in attività. Il suo successo fu pressoché immediato, anche per il repertorio di danze e spettacoli, fra cui il celeberrimo can-can (nato dalla "quadriglia naturalistica"), assolutamente rivoluzionari per quei tempi tanto che furono ritenuti licenziosi dall'opinione pubblica.
SPORT: PRIMI GIOCHI OLIMPICI dell'ETA' MODERNA
Stadio Panathinaiko (Atene, 1896)
Nella Bella Epoque anche lo sport ebbe un suo momento d’oro. Quello che era uno svago per pochi privilegiati divenne un passatempo amatissimo per i borghesi in vena di riposo. Di squadra o individuale, lo sport si trasformò in uno spettacolo capace di conquistare le masse: gli sportivi erano nuovi eroi popolari. Nel 1896 ad Atene si tennero i primi Giochi Olimpici dell’età moderna: poi toccò alle grandi gare ciclistiche, altro sport adorato dal pubblico. Il primo Tour de France si tenne nel 1903, il giro d’Italia iniziò nel 1909. Il primo campionato di calcio ebbe luogo nel 1898 e lo vinse il Genoa… Durò solo una giornata! L’ARTE E LA LETTERATURA DURANTE LA BELLE EPOQUE
Se le masse divoravano con gioia i prodotti della cultura popolare, le correnti artistiche più audaci (le avanguardie) si cimentarono in tentativi rivoluzionari, sforzandosi di rompere le vecchie regole. I pittori astrattisti, per esempio, rifiutarono la riproduzione di oggetti e persone reali, esprimendo emozioni e sensazioni attraverso figure astratte e colori. Gli artisti cubisti ritrassero persone e cose come se le vedessero da diversi punti di vista, rinunciando alle regole della prospettiva classica. Gli espressionisti proposero un punto di vista drammatico e personale, con personaggi dai tratti marcati e violenti.
ARTE E ARCHITETTURA
Lampada Tiffany
I fiori, la natura e le linee curve erano tipici di una tendenza artistica che influenza l’architettura, la pittura e l’artigianato: oro e materiali pregiati erano impiegati non solo per realizzare splendidi gioielli ma anche oggetti di uso quotidiano (qui sopra è stata riportata l’immagine di una lampada) pensati come qualcosa di utile e al tempo stesso come qualcosa di piacevole alla vista . Questa tendenza, chiamata Art Nouveau (arte nuova) dal nome di un negozio di arredamento di Parigi, in Italia si diffuse con il nome di stile Liberty, perché a renderla famosa furono i tessuti e gli oggetti d’arte venduti nei magazzini londinesi di Arthur Liberty, mercante britannico.
Raimondo D'Aronco Padiglione centrale Esposizione di Torino 1902
Raimondo D'Aronco è uno dei più importanti architetti italiani esponenti del Liberty: ha progettato il Comune di Udine e molto ad Istanbul per il sultano oltre al padiglione dell'esposizione Universale di Torino.
L’artista più influente di questo periodo fu Gustav Klimt, un pittore austriaco le cui composizioni sono impostate su contrasti tra pieno e vuoto con le figure che si fondono tra loro creando uno spazio irreale privo di profondità. Le parti scoperte dei corpi sono delicatamente ombreggiate, mentre le vesti diventano superficie piana.
Klimt, Ritratto di Adele Bloch-Bauer
La figura della donna si staglia su una sorta di prato dorato e finemente cesellato di tasselli colorati. Una fitta decorazione a foglia d’oro avvolge e ricopre tutto il suo corpo. In mezzo a tanta preziosità spicca il volto, che riassume l'ambiguo contrasto tra erotismo e caducità della vita, comune ai migliori ritratti di Klimt.
Per realizzare l’opera, Klimt impiegò quasi 3 anni.
I FUTURISTI
Una delle avanguardie più importanti fu quella dei futuristi, un gruppo di artisti e scrittori che facevano parte del movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909. I poeti futuristi scrivevano versi come “ pan di qua paack di là buuum cing ciak” e si entusiasmavano per la nuova società industriale, per l’azione, per il pericolo, per la guerra. Grandi comunicatori, nel corso delle serate, provocavano il pubblico e nel frattempo diffondevano le loro idee finendo spesso sui giornali. Le loro poesie sono “non poesie”, ma testi in versi visivi.
Parole in libertà è uno stile letterario introdotto dal Futurismo in cui le parole che compongono il testo non hanno alcun legame sintattico-grammaticale fra loro e non sono organizzate in frasi e periodi. Viene abolita la punteggiatura, gli accenti e gli apostrofi. I principi e le regole di questa tecnica letteraria sono state individuate e scritte da Marinetti nel "Manifesto tecnico della letteratura futurista" dell'11 maggio 1912 e riprese anche nel successivo "Distruzione della sintassi/Immaginazione senza fili/Parole in libertà" dell'11 maggio 1913.
Fortunato Depero, artista futurista
«Ora supponete che un amico vostro dotato di questa facoltà lirica si trovi in una zona di vita intensa (rivoluzione, guerra, naufragio, terremoto ecc.) e venga, immediatamente dopo, a narrarvi le impressioni avute. Sapete che cosa farà istintivamente questo vostro amico lirico e commosso? ... Egli comincerà col distruggere brutalmente la sintassi nel parlare. Non perderà tempo a costruire i periodi. S'infischierà della punteggiatura e dell'aggettivazione. Disprezzerà cesellature e sfumature di linguaggio, e in fretta vi getterà affannosamente nei nervi le sue sensazioni visive, auditive, olfattive, secondo la loro corrente incalzante. L'irruenza del vapore-emozione farà saltare il tubo del periodo, le valvole della punteggiatura e i bulloni regolari dell'aggettivazione. Manate di parole essenziali senza alcun ordine convenzionale. Unica preoccupazione del narratore rendere tutte le vibrazioni del suo io». (Parole in libertà di Filippo Tommaso Marinetti in Distruzione della sintassi/Immaginazione senza fili/Parole in libertà)
LA MODA NELLA BELLE ÈPOQUE
Durante la Bella Epoque la moda seguì i ritmi sfarzosi del tempo. I vestiti mettevano in risalto la figua. La gonna morbida scorreva in avanti ed era arricchita nella parte posteriore da uno strascico, mentre dalla scollatura uscivano merletti e pizzi. Si portavano lunghi guanti di velo e di seta e i capelli erano raccolti sul capo, ma il tocco di eleganza era dato dai cappelli arricchiti e ornati di piumaggi, frutti, nastri, spilloni, fermagli.
FU DAVVERO UNA BELLE ÉPOQUE?
Il nuovo secolo diede avvio a un’epoca di pace e di benessere. Le invenzioni si susseguirono senza sosta. Malattie un tempo terribili, come la malaria, diventarono curabili. La vita quotidiana venne radicalmente modificata da numerose invenzioni, come il telefono, la lampadina e il motore a scoppio. Si pensava che la povertà fosse uno spettro che si allontanava sempre di più. Ma non mancavano le contraddizioni: molti operai abitavano in case malsane. Soprattutto se erano giunti in città dalla campagna vivevano in un piccolissimo spazio. Il riscaldamento rimaneva un lusso e i servizi igienici erano in comune, ma l’arrivo dell’acqua corrente e del gas rappresentò un notevole progresso. In questo periodo ci fu un dibattito sulla questione sociale e la Chiesa intervenne con l’enciclica “Rerum Novarum” (controllare gli appunti dati in classe dall’insegnante di storia).
Inoltre nell’Europa della Belle Époque le relazioni internazionali furono contraddistinte da un peggioramento: c’era il desiderio di affermare gli interessi del singolo Stato a scapito dei vicini, anche con la forza. Ad alimentare tale sentimento era il crescente nazionalismo, che stava divenendo aggressivo e portava a parlare di terre irredente (che non erano state liberate) che andavano strappate a tutti i costi agli avversari. Come l’Alsazia e la Lorena, abitata dai francesi ma in mano ai tedeschi, Trento e Tieste a maggioranza italiana ma governate dagli austriaci. Tale tipo di contesa non poteva esaurirsi solo in una gara coloniale. Iniziò una corsa al riarmo, accumulando cannoni e navi da battaglia e chiamando alla leva schiere sempre più numerose di uomini. Tra il 1870 e il 1914 l’Europa attraversò un periodo di pace, ma oggi si può dire che quella pace serviva per preparare la guerra. Lo testimonia il gioco di alleanze che ci fu : da una parte la Triplice Alleanza stipulata nel 1882 tra Italia, Austria-Ungheria e Germania, dall’altra la Triplice Intesa stipulata nel 1907 tra Francia, Inghilterra e Russia.
IL TITANIC, SIMBOLO DELLA BELLE ÈPOQUE
Il trasporto marittimo fu caratterizzato dalla corsa alla costruzione di transatlantici sempre più grandi e lussuosi. In questo periodo venne costruito il Titanic, simbolo della Belle Èpoque perché era veloce, grande e indistruttibile. Il 10 aprile 1912 il transatlantico partì. Durante il suo viaggio inaugurale (da Southampton a New York), entrò in collisione con un iceberg alle 23:40 (ora della nave) di domenica 14 aprile 1912. L'impatto con l'iceberg provocò l'apertura di alcune falle sotto la linea di galleggiamento allagando i primi 5 compartimenti stagni del transatlantico. Nel naufragio persero la vita 1518 dei 2223 passeggeri imbarcati compresi i 900 uomini dell'equipaggio; il Titanic affondava e con esso sparivano i sogni e le speranze di quest’epoca, proprio perché rappresentava un qualcosa di indistruttibile.